Press release

Energia, costi in crescita e competitività a rischio. L’Italia paga il 20% in più rispetto alla media UE.

Energia, costi in crescita e competitività a rischio. L’Italia paga il 20% in più rispetto alla media UE.

Competitività a rischio, costi in aumento e incertezze normative: i leader del settore discutono, all’evento di Bain & Company Italia, le strategie per garantire un sistema energetico più sostenibile ed efficiente per il Paese e per l’Europa. Urgono riforme per sbloccare 20 miliardi di euro l’anno e accelerare la transizione

  • marzo 19, 2025
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Energia, costi in crescita e competitività a rischio. L’Italia paga il 20% in più rispetto alla media UE.

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Roma – 19 marzo 2025. La transizione energetica rappresenta una sfida epocale e, al tempo stesso, un'opportunità straordinaria per ripensare il modello di sviluppo dell'Italia e dell'Europa. Questo il tema centrale discusso nel corso dell'evento "Meet the Future of Energy", organizzato da Bain & Company Italia e moderato dal giornalista Bruno Vespa. Un panel di alto profilo ha animato il dibattito, con la partecipazione del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, Stefano Besseghini (Presidente, ARERA), Guido Brusco (Direttore Generale Global Natural Resources, ENI e Presidente Confindustria Energia), Enrico Letta (Decano della School of Politics, Economics, and Global Affairs presso l’IE University di Madrid e Presidente dell'Istituto Jacques Delors), Barbara Marinali (Presidente, ACEA SpA) e Marco Nespolo (CEO, FEDRIGONI Group).

“È necessario ripensare al sistema energetico per renderlo più efficiente, flessibile e competitivo, in grado di garantire crescita economica, sicurezza energetica e sostenibilità. Tuttavia, per cogliere appieno questa opportunità, è urgente compiere un deciso cambio di passo, attraverso politiche industriali integrate, strumenti finanziari innovativi e un approccio pragmatico alla transizione”, ha spiegato Roberto Prioreschi, SEMEA Regional Managing Partner di Bain & Company.

Il cambiamento climatico e il ruolo delle emissioni

L’urgenza della transizione è sottolineata dall’accelerazione del cambiamento climatico e dai suoi impatti economici e sociali sempre più gravi. Dal 2000, si stima che l’impatto economico complessivo dei disastri ambientali a livello globale abbia superato i 7.500 miliardi di dollari, con un costo annuo che ha ormai raggiunto i 380 miliardi di dollari. Nonostante gli sforzi europei, le emissioni globali continuano a crescere, alimentate dall’uso persistente del carbone, mentre l’Europa si trova a fronteggiare sfide sempre più complesse per mitigare i danni e adattarsi alle nuove condizioni ambientali.

Nonostante gli investimenti record nelle energie rinnovabili nel 2024, i leader del settore sono sempre più scettici sulla possibilità di raggiungere il Net Zero in tempi brevi. Secondo la 2025 Energy & Natural Resources Executive Survey di Bain & Company, condotta su oltre 700 leader nei settori petrolifero, delle utility, chimico, minerario e agroalimentare, quasi la metà (44%) degli executive di questi comparti prevede che il mondo raggiungerà il Net Zero solo dopo il 2070, un aumento significativo rispetto al 31% dello scorso anno. Al contrario, solo il 32% ritiene ancora possibile raggiungere l’obiettivo entro il 2050, segnando un netto calo rispetto alle previsioni precedenti, in cui tra il 40% e il 50% credeva nel traguardo a metà secolo.

Inoltre, molti executive del settore petrolifero e del gas prevedono che il picco del petrolio sarà raggiunto intorno al 2038, segnale che le fonti fossili continueranno a giocare un ruolo chiave nel soddisfare la domanda energetica ancora per diversi decenni.

L’aumento dei costi, l’incertezza normativa, il conteso geopolitico e le disruption nelle supply chain mondiali stanno ritardando la transizione energetica, spingendo le aziende a un approccio più pragmatico.

La competitività dell’Europa e dell’Italia a rischio

“Uno dei temi più critici emersi dal confronto è la perdita di competitività dell’Europa e dell’Italia. L’analisi presentata oggi ha messo in evidenza – tra i fattori che incidono sulla perdita di competitività - il divario nei costi energetici tra i Paesi UE e il resto del mondo, che sta penalizzando la capacità industriale e commerciale del Vecchio Continente. Non solo: questo è vero anche fra gli stessi Paesi membri dell’Unione Europea. L'Italia, in particolare, paga un prezzo dell’energia superiore del 10-20% rispetto alla media UE, con un divario che supera il 25% rispetto a Paesi come la Spagna. Questo gap incide sulla competitività delle imprese e sul potere d'acquisto dei consumatori. A questo si aggiungono burocrazia e incertezze regolatorie, che frenano gli investimenti e rallentano l’innovazione”, prosegue Prioreschi.

Verso un nuovo modello di sviluppo energetico

Per evitare una perdita di competitività strutturale e accelerare la transizione, è a questo punto cruciale rendere il quadro normativo più stabile e ripensare al market design, in modo da favorire gli investimenti. L’elettrificazione è un trend chiave, ma nel breve termine occorre integrare tecnologie complementari come le rinnovabili, il gas ed altre “innovative”, quali il nucleare. Investire in infrastrutture intelligenti e sistemi di accumulo sarà cruciale per garantire stabilità e sicurezza della rete energetica, evitando fluttuazioni di prezzo e problemi di affidabilità. In particolare, il mercato elettrico italiano necessita di una riforma strutturale per superare le attuali inefficienze. Una riforma mirata potrebbe liberare risorse per oltre 20 miliardi di euro l’anno, destinabili a tecnologie innovative e a migliorare la competitività del sistema energetico nazionale.

Conclusioni

Per rendere la transizione energetica efficace e sostenibile, l’Italia deve adottare un approccio proattivo e strategico, evitando rigidità ideologiche e puntando su una governance più centralizzata e flessibile. “Serve un mix tecnologico bilanciato, che integri rinnovabili, gas e nucleare, e un market design rinnovato, in grado di attrarre investimenti in modo competitivo e garantire stabilità economica nel lungo periodo”, conclude Prioreschi. “In questo contesto, diventa prioritario trasformare il PNIEC in un Piano che includa anche il settore industriale nella pianificazione energetica, per conciliare sostenibilità e competitività e garantire un futuro energetico sicuro e prospero per l’Italia”.

Contatti per i media Bain & Company:

Orsola Randi 

Email: orsola.randi@bain.com | Tel: +39 339 327 3672

A proposito di Bain & Company

Bain & Company è l’azienda di consulenza globale che aiuta le aziende change-makers più ambiziose a definire il proprio futuro. Con 65 uffici in 40 paesi, lavoriamo insieme ai nostri clienti come un unico team con un obiettivo condiviso: raggiungere risultati straordinari che superino i concorrenti e ridefiniscano gli standard del settore. L’approccio consulenziale di Bain è altamente personalizzato e integrato e, grazie alla creazione di un ecosistema di innovatori digitali, assicura ai clienti risultati migliori e più duraturi, in tempi più brevi. Il nostro impegno a investire oltre 1 miliardo di dollari in 10 anni in servizi pro bono mette il nostro talento, la nostra competenza e le nostre conoscenze a disposizione delle organizzazioni che affrontano le sfide di oggi in materia di istruzione, equità razziale, giustizia sociale, sviluppo economico e ambiente. Fondata nel 1973 a Boston, in Italia ha celebrato il trentennale nel 2019: la sua approfondita competenza e il portafoglio di clienti si estendono a ogni settore industriale ed economico e in Italia la rendono leader di mercato.

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