Milano, 8 febbraio 2023 — Così come era avvenuto in altri settori, le aziende automobilistiche hanno messo in pausa le operazioni di M&A durante il 2020, per poi riprendere l'attività nel 2021, anno che ha visto la chiusura di 64 operazioni, per un valore totale di 53 miliardi di dollari. Poi il 2022 ha portato con sé una serie di nuove sfide economiche e, nonostante un primo semestre di performance solide, il volume delle operazioni si è poi lievemente contratto nei primi nove mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, a causa di un terzo trimestre in brusco rallentamento.
Ecco cosa emerge dagli approfondimenti per settori del quinto Report annuale di Bain & Company sulle fusioni e acquisizioni.
“Guardando alla tipologia di operazioni”, spiega Gianluca Di Loreto, Partner di Bain & Company, “sebbene siano state annunciate alcune operazioni di scala, la maggior parte dell'attività (il 73%) ha riguardato deal di scopo. Già negli ultimi cinque anni, l'espansione della portata del business aveva rappresentato la spinta principale per le operazioni strategiche di fusione e acquisizione per il comparto automotive, e già nei mesi scorsi avevamo sottolineato come la ricerca di competenze nuove (deal di scopo) avesse soffiato sulle vele delle acquisizioni”.
I cambiamenti richiesti per competere nell’arena oggi sono così ampi e radicali che le aziende del settore trarranno vantaggio solo se saranno in grado di non procedere in autonomia: ciò significa sia acquisizioni e fusioni tradizionali, ma anche un mix crescente di operazioni alternative. I costruttori / OEM (Original Equipment Manufacturer), i componentisti, le aziende tecnologiche e gli operatori del settore della mobilità stanno sperimentando alleanze e partnership, scorpori di divisioni e investimenti in capitale di rischio aziendale (CVC).
In alcuni segmenti – ad esempio quello dei veicoli elettrici - le aziende si stanno muovendo alla ricerca di nuovi bacini di profitto e di controllo tecnologico. Questa evoluzione non richiede solo la valutazione di cosa acquistare, ma anche una riflessione sulle modalità di integrazione di un nuovo asset. Nel caso delle batterie per i veicoli elettrici, la scala minima necessaria è troppo grande e quella massima è troppo rischiosa per un solo operatore, pertanto molti guardano alle partnership.
“Quello attuale, nonostante il contesto macroeconomico incerto, rappresenta un momento decisivo e le aziende che prendono le decisioni giuste e che le prendono rapidamente, ora possono trarre enormi vantaggi a lungo termine. Per avere successo in questo nuova ondata di fusioni e acquisizioni, i player del settore automobilistico e della mobilità devono rafforzare le proprie capacità di M&A, adeguare le strutture e i processi e creare risorse e capacità per il CVC. Chi durante la pandemia ha indugiato, in attesa di tempi migliori, ha in realtà perso delle importanti opportunità per espandersi in un momento di valori di acquisto contenuti e costo del debito limitato. Ora per alcuni operatori, troppo piccoli per competere su scala globale, potrebbe essere troppo tardi. Inflazione e tassi elevati rendono questi processi più costosi.”, conclude Di Loreto.
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